Nata 35 anni fa nella filiera della nautica, l’azienda di Mercato Saraceno si è evoluta nel tempo aprendosi ad altri mercati e lavorazioni.
Ha festeggiato i 35 anni di attività, seguendo con intelligenza e flessibilità le evoluzioni del mercato, tra crescita, filiere che cambiano, crisi e assestamento.
Lo ha fatto adattando la propria dimensione, aggiornando le lavorazioni, cercando nuovi mercati, ma restando coerente alla vocazione di impresa artigianale, che punta su qualità, personalizzazione e affidabilità.
È, in poche parole, la storia della SA.MO, di Mariani Giancarlo e C., bella azienda metalmeccanica di Mercato Saraceno, che ci viene raccontata dai soci Giampaolo Giampreti, Lorenzo Narducci, Mazio Mosconi e Claudia Mariani: “La nostra azienda è nata nel 1984, per opera di quattro soci ex dipendenti della Nemo, già allora importante realtà nel settore nautico.
Dei soci originari ne è rimasto uno, mentre ne sono entrati progressivamente altri, ultima in ordine di tempo Claudia, figlia di uno dei fondatori”.
La prima sede fu a Sarsina, in un capannone provvisorio dato dal Comune, poi gli spazi si sono ampliati con un nuovo capannone a Mercato Saraceno, per arrivare nel 2005 allo stabilimento attuale, di 2.000 metri quadri, sempre a Mercato Saraceno, dove è concentrata tutta l’attività.
Dal racconto dei soci di più lunga data si ricostruisce un pezzo di storia del Savio: “Quando partimmo noi era tutto un fiorire di nuove attività, legate in particolare alla filiera nautica.
Dalla Nemo, attraverso spin-off di ex dipendenti, si sparse la lavorazione dell’acciaio per tutta la vallata.
Va detto che allora i cantieri navali, in particolare nel forlivese, erano fiorenti e del lavoro ce n’era tanto.
Siamo partiti, quindi, costruendo accessori per la nautica da diporto in acciaio inox e alluminio: serbatoi, passerelle, scale, tavoli, pulpiti, bitte, puntali… tutto realizzato per resistere alla vita in mare”.
La difficoltà del settore ha portato la SA.MO, che è arrivata a dare lavoro fino a 20 persone complessivamente, a ripensare la propria attività: “Con la crisi della nautica è sparito il mercato delle imbarcazioni fino ai 13/14 metri, sono rimasti i grandi yacht, ormai il ceto medio non si può più permettere una barca, cosa che in passato era piuttosto diffusa.
La filiera ne ha sofferto molto, tanti hanno chiuso.
Noi ci siamo dovuti ripensare integralmente, sia nel modo di lavorare sia per i mercati che copriamo: se una volta eravamo concentrati quasi esclusivamente sulla nautica, ora essa copre il 30% del nostro fatturato, il resto lo fanno l’industria e l’edilizia.
Con le nostre macchine a controllo numerico waterjet possiamo tagliare tutti i tipi di materiali (acciaio, plastica, vetro, gomma, pietra), poi abbiamo presse piegatrici computerizzate, maschere per saldature a TIG, vasche di decapaggio… insomma nel tempo ci siamo attrezzati per gestire internamente un servizio completo, dalla lamiera al prodotto finito.
Questo ci consente di lavorare in qualità, produrre anche in piccoli quantitativi, ridurre al minimo gli errori e garantire i tempi di consegna sempre più stretti che vengono richiesti ora sul mercato”.
Oltre ai pezzi per le imbarcazioni, qui si producono componenti di carpenteria leggera per le macchine da frutta, ma anche ringhiere e scale, si tagliano marmi e altri materiali per realizzare le saune.
Anche dal punto di vista della clientela, la SA.MO è cresciuta e si è diversificata: “In passato lavoravamo prevalentemente per pochi clienti, ma ne siamo rimasti scottati; ora abbiamo un giro di clienti davvero ampio, in tutta Italia, ad alcuni fatturiamo degli importi contenuti, ad altri cifre più grandi, ma tutti per noi sono ugualmente importanti.
Tanti sono fidelizzati da oltre vent’anni.
Ci piace dire, scherzando, che noi siamo come un ristorante: facciamo da mangiare bene e la gente arriva attraverso il passaparola”.
La simpatia e il calore umano si respirano subito scambiando qualche parola coi soci della SA.MO., che amano il proprio lavoro ma, da bravi romagnoli, sanno anche scherzare e prendersi un po’ in giro: “Siamo nati artigiani e questa resta la nostra cifra distintiva.
Ora, con le nuove tecnologie, siamo degli artigiani attrezzati”.
Un’ultima battuta per sentire il punto di vista di Claudia, 36 anni, laureata in informatica, che è entrata da due anni in azienda seguendo le orme del padre: “Nel nostro lavoro serve versatilità: io, ad esempio, seguo l’amministrazione ma quando c’è bisogno di far partire le spedizioni scendo dall’ufficio e vado a dare una mano.
Una cosa che ci penalizza è che in questa zona – peraltro molto comoda dal punto di vista logistico, a due passi da Cesena e dalla E45 – purtroppo le infrastrutture informatiche sono molto carenti.
La connessione è molto lenta, mentre avremmo bisogno della fibra.
Per noi è un disagio grosso, anche perché ormai ci sono macchinari laser che per funzionare hanno bisogno di una connessione veloce”.